Architettura ecosostenibile

Introduzione

Conosciamo tutti gli effetti che le attività umane, fin dalla Rivoluzione Industriale, hanno causato alla salute della Terra e quindi anche alla nostra stessa vita: riscaldamento del Pianeta a causa dell’effetto serra, inquinamento, siccità, esaurimento delle fonti energetiche, smaltimento dei rifiuti, disboscamento.
Negli ultimi anni sono però aumentate le iniziative per la nascita di una nuova cultura ecologista, a favore della riduzione dei consumi delle materie prime, della priorità del benessere psico-fisico dell’uomo e dei suoi diritti, per la difesa dell’ambiente.
In nome dello sviluppo sostenibile sono stati assunti impegni concreti al fine di raggiungere precisi obiettivi per il futuro del Pianeta e delle sue risorse, entro determinate scadenze, purtroppo già non rispettate per colpa degli interessi dell’economia e della politica che esaltano sempre più il consumismo e il capitalismo globale.
I princìpi alla base del nuovo atteggiamento ecologico sono: riduzione dei consumi energetici, uso razionale delle risorse idriche, utilizzo di materiali e tecnologie eco-compatibili, regionalismo (filiera corta, già applicata all’agricoltura a “chilometro zero”), riduzione dei rifiuti e dei gas nocivi, sostituzione delle fonti energetiche fossili con fonti energetiche rinnovabili.
Esigenza fondamentale dell’uomo è quella di poter vivere in edifici salubri, nel rispetto dell’ambiente, ed è importante il contributo quotidiano che ognuno di noi può apportare, adottando un comportamento ecologicamente responsabile.
Tra le attività umane è il settore edile, e in particolare il campo residenziale e terziario, uno dei maggiori consumatori di fonti energetiche e di materiali, con relative immissioni di gas nocivi, a livello mondiale.
I princìpi dello sviluppo sostenibile, applicati all’edilizia ecologica, sono gli obiettivi dell’architettura ecosostenibile, per la realizzazione di edifici che non siano causa di ulteriori sprechi di energie e che non siano fonti di effetti negativi per l’ambiente e per la salute degli utilizzatori.
E’ quindi fondamentale la collaborazione tra progettisti, impiantisti, imprese edili, per poter adeguatamente progettare e realizzare architetture ecocompatibili e certificate.
Princìpi
I princìpi alla base dell’architettura ecosostenibile sono gli stessi alla base del concetto di sviluppo sostenibile, in particolare la progettazione dovrà fare propri i concetti di: valutazione dell’impatto ambientale, compatibilità dell’opera con l’ambiente, miglioramento del benessere psico-fisico delle persone, flessibilità e ri-adattabilità nel tempo degli edifici, sostenibilità continua per tutto il ciclo di vita dell’edificio (progettazione, produzione e trasporto materiali, costruzione, manutenzione e gestione, e infine demolizione o smontaggio).
 
Criteri di progettazione
L’architettura ecosostenibile (detta anche Green Building, o bioarchitettura o architettura bioecologica), indica fondamentali criteri di progettazione che devono tenere conto innanzitutto della reale necessità di intervenire sul contesto, sfruttando il patrimonio edilizio esistente con un possibile recupero degli edifici alla luce delle più aggiornate tecnologie ecosostenibili.
Già in fase di progettazione, l’edificio dovrà essere concepito in modo flessibile e “riclabile” nel tempo, fino alla fase finale del suo ciclo di vita, in cui l’opera verrà smontata e potranno essere riutilizzati suoi elementi e materiali.
La migliore tecnica costruttiva risulta quindi quella stratificata a secco, in laterizio, pietre naturali, lastre di gesso naturale o sintetico (usate anche per pareti interne, rivestimenti e controsoffitti), legno (nel rispetto dell’ecosistema: la raccolta di legname deve essere inferiore alla capacità di riproduzione biologica della foresta, mantenimento della capacità riproduttiva per il futuro, e nel rispetto delle specie biologiche e genetiche) o in metallo acciaio, anche con parziale prefabbricazione degli elementi e non quella a umido “gettata in opera” più idonea per rendere possibile una demolizione selettiva degli elementi e la separazione dei diversi componenti e materiali ai fini di un loro ri-utilizzo.
Individuato il tipo di intervento, il progettista in base agli obiettivi prefissati, al budgeta disposizione, e al tipo di edificio, dovrà dimensionare e distribuire ambienti e funzioni considerando l’orientamento dell’edificio e scegliere e tecnologie e materiali da utilizzare, per i vari livelli e destinazioni e ambienti in cui si sviluppa l’edificio, sulla base di un ecobilancio, confrontando più sistemi e i loro diversi gradi di impatto sull’ambiente, sulla sicurezza e sulla salute, in tutte le fasi del ciclo di vita.
Sarà data la priorità ai materiali estratti e prodotti nello stesso ambito eco-regionale, secondo il principio della filiera corta, che diano garanzie di sostenibilità, durevolezza e riciclabilità, per il soddisfacimento di precisi requisiti ricercati. Ultimi, ma non per importanza, i criteri di progettazione e realizzazione degli impianti tecnologici ai fini del risparmio energetico (impianto idraulico, riscaldamento e condizionamento, elettrico), mantenimento della loro efficienza.
Senza scendere nello specifico delle caratteristiche degli impianti veri e propri, verranno preferiti sistemi a radiazione per il riscaldamento, con generatore di calore ad alta efficienza, termostato efficace collegato a sonde interne ed esterne per la regolazione automatica della temperatura richiesta, ed installazione di sistemi di recupero del calore, dove possibile. Preferire apparecchi di deumidificazione dell’aria, piuttosto che condizionatori: il benessere è garantito dall’eliminazione o riduzione del tasso di umidità nell’aria.
Il risparmio energetico, per l’aspetto elettrico, dipende molto dall’efficienza degli apparecchi utilizzatori presenti o da acquistare: elettrodomestici e macchine sono ormai immessi sul mercato con una classificazione semplice. Dotare le prese dei principali elettrodomestici di interruttori in modo da staccare la corrente quando non si utilizzano è un altro efficace accorgimento. La domotica sta entrando in tanti edifici civili (ville, alberghi, uffici, centri commerciali) senza tralasciare a progettazione illuminotecnica degli ambienti, in funzione delle attività svolte, e la scelta e montaggio di lampade a basso consumo fluorescenti compatte o lampade con tecnologia a led, invece delle tradizionali lampade ad incandescenza o alogene. Per il contenimento dei consumi idraulici ci sono opportuni accorgimenti comportamentali ed anche accessori da impiegare per gli elementi utilizzatori: miscelatori, vaschette di scarico ad erogazione differenziata, scelta di elettrodomestici a risparmio energetico.
“Edifici passivi” ed “edifici attivi”
L’impatto ambientale è causato principalmente dagli impianti di riscaldamento, climatizzazione e illuminazione. In fase di progettazione dovrà già essere stimato nel modo più fedele possibile il fabbisogno energetico che l’edificio richiederà, in particolare in riferimento al riscaldamento, e il grado di benessere che dovrà essere garantito agli abitanti.
L’obiettivo più alto dell’architettura ecosostenibile è quello di progettare e costruire edifici ad “impatto zero”, ovvero edifici energeticamente autosufficienti e con manutenzione periodica praticamente inesistente.
L’”edificio passivo” abbatte i consumi energetici sfruttando l’apporto naturale ricavato dall’esterno (sole) per il riscaldamento, tramite le aperture finestrate, lucernari o shed, e pareti esposte al sole, calore che viene ceduto direttamente o immagazzinato per successiva cessione graduale. Anche la progettazione e realizzazione di serre solari, che fungono da collettori solari oltre che come ampliamento dell’edificio, è un’ottima proposta di intervento per ridurre la differenza climatica tra esterno ed interno dell’edificio.
Per quanto riguarda il raffrescamento, l’edificio passivo sfrutta la circolazione naturale dell’aria mediante il corretto dimensionamento e posizionamento delle finestrature e lucernari, l’ombreggiatura e l’orientamento dell’edificio, l’utilizzo di schermature solari o di pellicole adesive selettive per vetri,..altrimenti mediante la realizzazione di camini solari – canali verticali per l’estrazione di aria calda dall’interno- o canalizzazioni mirate alla captazione dell’aria più fresca esterna, raffrescata tramite un piano scantinato se esistente, oppure mediante sistemi di ventilazione meccanica con l’utilizzo di scambiatori di calore che sfruttano la temperatura massima costante, ad una certa quota, sempre di circa 15°C (sistema misto “passivo-attivo”).
L’”edificio attivo”per il riscaldamento (e il raffrescamento), utilizza anche sistemi tecnologici come pannelli solari-anche per la produzione di acqua calda sanitaria- pannelli fotovoltaici, e anche impianti eolici, microgenerazione, e, all’interno dell’edificio stesso, anche il contributo della temperatura corporea delle persone, stimata in base alle loro singole attività durante la giornata, oltre che dal calore prodotto dagli utensili, elettrodomestici presenti ed illuminazione artificiale.
La soluzione architettonica ottimale per la realizzazione di un edificio sostenibile sarà quella che avrà tenuto conto dell’esposizione, orientamento, soleggiamento, ventilazione naturale e caratteristiche idrogeologiche nella fase di scelta e valutazione del sito di intervento, e che utilizzi anche valide e determinanti soluzioni tecniche e impiantistiche, con costi “accessibili”e ammortizzabili nel giro di pochi anni, grazie al risparmio energetico che si sarà ottenuto: isolamento termico dell’involucro edilizio applicato all’esterno “a cappotto”, nell’intercapedine ventilata, o all’interno; eliminazione dei ponti termici, infissi a doppio o triplo vetro, basso emissivi, ad alto isolamento termico e capaci di garantire elevata trasmittanza del calore e luce solare verso l’interno, installazione di sistemi attivi ( in particolare: impianti solari termici e fotovoltaici) e sistemi per il risparmio idrico mediante il recupero e riutilizzo dell’acqua piovana, non potabile ma priva di calcare e cloro.
Il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili (solare-termico e fotovoltaico, energia eolica e da biomasse) degli “edifici attivi”, in sostituzione o ad integrazione di quelle tradizionali in esaurimento e comunque inquinanti, ha dato forte impulso al mercato ed alla ricerca tecnologica di materiali e tecnologie sempre più avanzate e durevoli, oltre che ricevere un’ottima risposta da privati e aziende che continuano ad investire sui nuovi sistemi, parzialmente finanziati da operazioni commerciali), con l’obiettivo primario personale di ridurre le spese e di conferire all’immobile un valore aggiunto, oltre che per apportare un proprio contributo alla tutela ambientale.
Il settore maggiormente attivo attualmente, in Italia in modo particolare, è quello del fotovoltaico, architettonicamente integrabile anche per edifici storici vincolati dalla Soprintendenza e applicato anche al settore arredo urbano e all’illuminazione di strade ed autostrade, grazie a speciali elementi e soluzioni già in commercio e presentati in anteprima in occasione di fiere del settore (Architettura, Design, Edilizia).
Il Governo non ha però ancora emanato valide normative e sistemi di certificazione energetica da applicare agli interventi edilizi per la classificazione degli edifici nuovi ed esistenti, né ha incentivato sufficientemente il ricorso alle fonti energetiche rinnovabili.
Si auspica, per l’immediato futuro, un efficace e determinante coinvolgimento delle forze politiche ed economiche italiane per trasformare l’Italia nel primo Stato europeo ecosostenibile.